Sono circa 17 mila i lavoratori del credito salvaguardati dal decreto Fornero, emanato dal Governo la scorsa settimana e che prevede copertura economica per 65mila esodati. I lavoratori in questione potranno così andare in pensione secondo le vecchie regole per quanto riguarda criteri e tempi d’accesso. Scongiurato il rischio di restare senza pensione e senza stipendio. |
In particolare sono salvaguardati tutti coloro che erano già andati in esodo al 4 dicembre 2011. Più complicata la situazione di coloro le cui uscite erano preventivate nel corso del 2012: sicura la copertura per quanti sono usciti a gennaio, mentre resta in forse quella per coloro che dovrebbero uscire nei mesi a venire.
Ancora insoluto, invece, il problema dei lavoratori andati in pre-pensionamento prima del 31 maggio 2010, per i quali la Riforma pensionistica targata Tremonti ha spostato in avanti la finestra previdenziale a 12 o a 18 mesi.
Nella categoria rientrano circa 6mila lavoratori bancari e il Decreto governativo non ha previsto alcuna tutela a loro favore.
Privi di coperture sono anche coloro usciti anticipatamente attraverso accordi individuali con l’azienda senza transitare sul Fondo esuberi. Tuttavia nel gruppo rientra un numero molto esiguo di lavoratori bancari.
Positivo solo in parte il giudizio della FABI sul decreto Fornero.
“Le pressioni del sindacato sul Governo hanno prodotto un primo risultato: è stata prevista la piena salvaguardia dei lavoratori già andati in esodo, che potranno così andare in pensione con le vecchie regole”, ha dichiarato Vincenzo Saporito, responsabile del Dipartimento Welfare della FABI.
“Tuttavia non ci possiamo ancora ritenere soddisfatti dell’operato del governo. Il decreto evidenzia alcune gravi carenze: non è stata stabilita copertura per tutti quei lavoratori collocati in esodo prima del 31 maggio 2010 a cui la precedente riforma previdenziale, la Tremonti, ha posticipato a 12/18 mesi la finestra pensionistica. Se il Governo non interviene questi lavoratori rischiano di rimanere senza pensione e senza stipendio, una volta terminato il periodo di permanenza sul fondo esuberi. Un problema che pretendiamo sia risolto con un prossimo decreto, nel quale dovrebbero essere sanate le posizioni di quegli esodati che non rientrano nella platea dei 65mila già salvaguardati. Così come chiediamo una tutela anche per coloro che sono usciti attraverso accordi individuali con l’azienda”.
Per questo motivo il 19 giugno è confermata la mobilitazione nazionale contro il Governo.
Il “pasticcio esodati” sta infatti avendo effetti negativi a catena su tutto il sistema bancario. Dopo l’entrata in vigore della legge Fornero, i principali gruppi creditizi sono stati costretti a rivedere i propri piani industriali, rimettendo in discussione le uscite già preventivate e prospettando così nuovi interventi di contenimento costi sui lavoratori in servizio.
È successo in Intesa Sanpaolo, dove le organizzazioni sindacali hanno proclamato lo stato d’agitazione minacciando lo sciopero nazionale, e in Unicredit, che proprio mercoledì ha riaperto la procedura sul piano industriale 2011-15, dichiarando 800 uscite obbligatorie e una serie d’interventi
aggiuntivi per contenere il costo del lavoro, dalla moratoria sugli inquadramenti alla riconversioni professionali, obiettivi contro cui si è apertamente schierata la FABI.
“La riforma Fornero sta avendo ripercussioni deleterie su tutto il sistema. Perciò chiediamo al Governo di emanare quanto prima un decreto che salvaguardi tutti gli esodati, nessuno escluso”, conclude Saporito.
Roma 08/06/2012